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venerdì 24 febbraio 2012

SANITA' E SALUTE / Lotta al cancro, importante scoperta di uno scienziato catanzarese

SANITA' E SALUTE / Lotta al cancro, importante scoperta di uno scienziato catanzarese

Scoperta una proteina che sarebbe responsabiili della progressione di alcune metastasi. Test incoraggianti sui topi


Giovedì 23 Febbraio 2012 - 16:53
CatanzaroInforma.it: Lotta al cancro, importante scoperta di uno scienziato catanzareseCatanzaroInforma.it: Lotta al cancro, importante scoperta di uno scienziato catanzarese

Nuovo importante riconoscimento internazionale per Davide Ruggero(nella foto). Lo scienziato 41enne di origini catanzaresi, già in passato salito agli onori della cronaca scientifica per alcuni studi rilevanti in materia di cancro, ha guidato un gruppo di ricerca che ha scoperta una proteina, la Mtor, che sarebbe responsabile della progressione di alcune metastasi tumorali
. La scoperta dell'equipe di Ruggero, che vive negli Usa. potrebbe quindi essere una scoperta fondamentale per l'efficacia dei farmaci antitumorali. I ricercatori, secondo quanto riportato da Repubblica.it, I ricercatori hanno anche testato su topi un nuovo composto che ha avuto come bersaglio proprio questa proteina e si è dimostrato promettente per bloccare le metastasi del cancro alla prostata
. Un nuovo catanzarese d'America, tanti anni dopo l'ex Nobel Renato Dulbecco scomparso pochi giorni fa, quindi si candida ad essere un punto di riferimento importante per la ricerca contro il cancro.

sabato 5 novembre 2011

Tumori, arriva il farmaco multi-cancro

2 novembre 2011
Parte la maxisperimentazione
Sta per partire a Londra uno studio clinico di fase I per testare un farmaco multi-cancro, l’L-NNA che agisce su diversi tumori solidi, al seno, all’intestino e ai polmoni.
ANTI-ANGIOGENICO – Si tratta di un farmaco anti-angiogenico: agisce sui vasi sanguigni che portano ossigeno e nutrienti al tumore, costringendoli, in modo da ridurre la possibilita’ di crescita del cancro. ‘Tutti i tumori contano sulla fornitura di ossigeno e nutrienti vitali attraverso i vasi sanguigni – afferma Peter Hoskin, dal Mount Vernon Cancer Centre di Londra, dove avra’ luogo lo studio – senza un apporto di sangue, un tumore non puo’ crescere oltre le dimensioni di una testa di spillo’.
LA SPERIMENTAZIONE – La sperimentazione sara’ condotta su 25-40 pazienti, partira’ ad aprile del 2012 e terminera’ a febbraio del 2014. Tutti i volontari riceveranno una sola dose di L-NNA, e saranno sottoposti ad una serie di test (analisi del sangue, Tac, controllo della pressione ed elettrocardiogramma) per monitorare l’azione dell’L-NNA e gli eventuali effetti collaterali. Le reazioni previste potrebbero riguardare un aumento della pressione del dangue, una ridotta funzionalita’ renale e la crescita del rischio di insufficienza cardiaca.(ANSA).

giovedì 31 marzo 2011

American Medical Association che in una recente pubblicazione ha evidenziato come le onde che passano dal cellulare possano essere rischiose per l'attività del cervello modificandone la stabilit


Dopo un periodo di pausa ecco che torna l'allarme cellulari. Prima si diceva che le radiazioni potessero causare il cancro al cervello e quindi tutti siamo corsi a comprare un auricolare. Poi ci hanno detto che era l'auricolare a veicolare le onde nocive e allora lo abbiamo buttato per comprare il più sicuro auricolare Bluetooth, ma ancora oggi l'assoluta certezza di essere finalmente al sicuro non ce l'abbiamo.
A rincarare la dose di paranoia ci si mette anche l'American Medical Association che in una recente pubblicazione ha evidenziato come le onde che passano dal cellulare possano essere rischiose per l'attività del cervello modificandone la stabilità, anche se momentaneamente, a seguito di circa un'ora di conversazione.
Gli effetti non sono ancora chiari ma il parere di Nora Volkow, medico a capo della ricerca e direttore dell'American Medical Association e del National Institutes of Health non è tanto allarmista da sconsigliare totalmente l'utilizzo dei cellulari ma in ogni caso sottolinea che è preferibile tenere i telefoni a una certa distanza dall'orecchio o ancor meglio utilizzare gli auricolari possibilmente Bluetooth.
Chi proprio si rifiuta di infilarsi una cuffietta nell'orecchio, se ci tiene alla propria salute dovrà quindi scostare il cellulare il più possibile dalla testa perché "ogni millimetro conta", come dice Louis Slesin, editor della newsletter medica Microwave News.
Ma le precauzioni da prendere non finiscono qui. Anche tenere il telefono nel taschino della giacca o nei pantaloni è rischioso; meglio riporlo nella borsa o nello zaino per indirizzare altrove le onde dannose per il nostro organismo. Da alcuni studi ancora aperti emerge un dato allarmante che collega il cancro così come l'infertilità maschile e l'osteoporosi all'utilizzo dei telefoni cellulari. Il tema è però controverso: c'è infatti chi sostiene che non ci sia alcuna connessione fra le parti, ma tutto questo dibattere basta per insinuare il dubbio e seppur ne siamo ormai schiavi, i nostri smartphone iniziano sempre di più ad assomigliare ad alieni ostili pronti a impadronirsi di noi.
Una soluzione che sembra accontentare tutti, dagli scienziati agli utilizzatori di telefoni mobili, è mandare SMS invece che telefonare. In questo modo, oltre ad abbattere i costi della bolletta, saremo (quasi) sicuri di non danneggiare l'attività del nostro cervello anche se a quel punto non mi stupirei di leggere un nuovo studio che dimostri i danni arrecati alle dita della mano invece che alla testa. Ma niente paura, per quel giorno sono sicura che in commercio troveremo senz'altro dei guanti speciali anti radiazioni che indosseremo tutti al primo campanello d'allarme buttando via le ormai superate cuffie Bluetooth. Avanti il prossimo!

giovedì 16 dicembre 2010

Fondazione Campanella, nuove possibilità di trattamento tumori

Catanzaro informa 
CatanzaroInforma.it: Fondazione Campanella, nuove possibilità di trattamento tumori
Giovedì, 11 Novembre 2010 11.37 "Interventi che portano un progressivo sviluppo delle ricerche scientifiche in campo universitario e nella sanita' calabrese": questo e' l'impegno sottolineato, attraverso una nota, dall'Unita' Operativa di Neurochirurgia del Centro Oncologico di Eccellenza "Fondazione Tommaso Campanella" di Catanzaro, diretta dal Professor Angelo Lavano. "Importanti i risultati ottenuti - si evidenzia - sul trattamento dei tumori maligni al cervello attraverso l'utilizzo intraoperatorio di dischi di Carmustina, e cioe' un chemioterapico ad azione locale. Questi dischi, infatti, vengono posizionati a rivestire la cavita' chirurgica dopo aver rimosso il tumore e si sciolgono rilasciando il farmaco che viene assorbito dalle cellule del tessuto cerebrale circostante eliminando eventuali cellule neoplastiche residue, usualmente responsabili della ricrescita del tumore. L'equipe diretta dal professor Lavano ha gia' effettuato alcuni interventi di asportazione di gliomi cerebrali con impianto nella cavita' operatoria di dischi di Carmustina. I risultati ottenuti a breve termine sono stati incoraggianti con un allungamento della sopravvivenza ed un miglioramento della qualita' di vita. I pazienti trattati con tale metodica presso l'Unita' Operativa di Neurochirurgia della Fondazione Campanella saranno inseriti nel primo studio italiano osservazionale multicentrico di Fase IV finalizzato a valutare l'efficacia dell'impiego di questa nuova modalita' di trattamento in associazione all'intervento chirurgico e alla radio e chemioterapia. Il lavoro che sta compiendo il professore Lavano viene attuato quando la prognosi dei pazienti affetti da questo tipo di tumore non e' favorevole ed i trattamenti fino ad ora utilizzati, consistenti nell' asportazione chirurgica quanto piu' radicale possibile del tumore e successiva radioterapia e chemioterapia sistemica adiuvante, sono caratterizzati da efficacia limitata e possono garantire solo un modesto miglioramento della qualita' di vita del paziente. I tumori cerebrali maligni - continua la nota - costituiscono circa il 30% di tutti i tumori dell'encefalo e la loro incidenza e' pari a 3-4 nuovi casi per 100.000 abitanti per anno. Sono caratterizzati da una crescita molto rapidae dalla facilita' di estensione entro altre regioni del sistema nervoso centrale".

sabato 27 novembre 2010

Tumore alla bocca

www.airc.it/tumor
Cos'è il tumore alla bocca
Il cavo orale comprende i due terzi anteriori dellalingua, le gengive, la superficie interna delle guance e dellelabbra, la parte inferiore della boccasotto la lingua (il pavimento orale), la parte superiore ossea della bocca (ilpalato duro) e la zona oltre i denti del giudizio (il trigono retro molare).

La presenza sulle mucose del cavo orale di una tumefazione persistente, di una macchia bianco rossastra che non si risolve, ovvero di una ferita che non si rimargina sono possibili segnali di allarme  perché potrebbero essere la manifestazione di una lesione pre tumorale o  tumorale del cavo orale.


Quanto è diffuso
Su scala mondiale i tumori del cavo orale insieme a quelli della laringe e della faringe rappresentano il 10 per cento circa di tutte le neoplasie maligne negli uomini e il 4 per cento nelle donne.
In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 4.500 casi di tumori alla bocca e si registrano circa 3.000 decessi. Ciò accade perché questo tipo di cancro viene di solito diagnosticato in fase già avanzata, quando la massa tumorale si è già ingrandita al punto da richiedere interventi mutilanti e spesso con scarsi risultati.
Diffusione in Italia del tumore alla bocca
Il tumore del labbroè più comune negli uomini, e si sviluppa soprattutto in persone dalla pelle chiarache trascorrono molto tempo al sole (per esempio i muratori, gli agricoltori o i pescatori). I tumori del labbro rappresentano l’11 per cento circa dei nuovi casi, ma sono responsabili solo dell’1 per cento dei decessi totali.

La lingua è la sede più frequente coinvolta nelle neoplasie del cavo orale: infatti i carcinomi linguali sono il 30 per cento circa di tutti i carcinomi orali.
Il tumore del cavo orale è più frequente in persone che fumano tabacco e consumano alcolici; la coesistenza di queste due abitudini moltiplica il rischio di sviluppare neoplasie orali.

Negli ultimi anni si è osservata una progressiva riduzione diincidenza delle neoplasie orali alcol e tabacco correlate, soprattutto nel sesso maschile, mentre nel sesso femminile, si è invece registrato un aumento.


Chi è a rischio
Per tutti i tumori del cavo orale i principali fattori di rischiosono il fumo di sigaretta, il consumo di alcol e qualunque condizione di traumatismo della superficie interna dellabocca.

Altre cause favorenti possono essere scarsa igiene orale,masticazione di tabacco, errato posizionamento di protesi dentarie.

Per quanto riguarda il tumore del labbro, un possibile fattore favorente è l’esposizione al sole.

I tumori della bocca e del cavo orale colpiscono di solito dai 40 anni in su.


Tipologie
Oltre il 90 per cento dei tumori della bocca origina dallecellule epiteliali squamose.


Sintomi
L’età media alla diagnosi di un tumore del cavo orale è di 64 anni e il 95 per cento insorge dopo i 40 anni.
È opportuno consultare il medico se si nota una tumefazione persistente nel labbro, in bocca o nelle gengive, una ferita che non si rimargina o un dolore\bruciore in bocca.
Un altro segnale da tener presente è quando si ha dolore e difficoltà nel mettere la dentiera.


Prevenzione
In base ai dati disponibili, non è possibile formulare raccomandazioni a favore o contro lo screening di routine per i tumori del cavo orale per gli individui che non presentano sintomi.
Per tutti è valido il consiglio di adottare uno stile di vita sano, non fumare, non consumare tabacco in alcuna forma e limitare l’alcol. 

In particolare è importante non sottovalutare eventuali lesioni della bocca solo perché piccole o indolori: noduli o indurimenti della mucosa, piccole ulcere, placche bianche o rosse o bianco-rossastre specie se sanguinanti, escrescenze. Un altro segnale di allarme può essere dato in caso si verifichino impedimenti a una corretta masticazione.

I medici dovrebbero prestare particolare attenzione allelesioni precancerose e a qualsiasi segno o sintomo di tumore del cavo orale, in tutti gli individui che consumano tabacco (sigarette, pipa, sigaro) o che assumono regolarmente alcol.
Si consiglia l’esame del cavo orale eseguito da un medico o da un dentista per tutti i soggetti di età superiore a 60 anniche abbiano fattori di rischio per il carcinoma orale.


Diagnosi
Il cancro della bocca se riconosciuto in fase precoce può essere curato con successo con elevate percentuali di guarigione. I ritardi diagnostici dipendono in genere da una sottovalutazione dei sintomi spesso dovuta a una conoscenza insufficiente di questo tumore. Il tumore alla bocca viene infatti spesso confuso con altre malattie più frequenti (ascessi dentari, tumori benigni) ma meno gravi o per paura immotivata.

I principali esami per individuare i tumori del cavo orale, in assenza di sintomi, sono l’ispezione e la palpazione  delpavimento della bocca e della lingua.

Ogni lesione sospetta della mucosa deve essere sottoposta a biopsia col prelievo di una piccola porzione di tessuto.


Evoluzione
Come per la maggior parte dei tumori, la guarigione dipende dalle condizioni generali di salute, dalla sede e dalla diffusione ai linfonodi regionali o ad altre parti dell’organismo.
Dai dati disponibili si è potuto stabilire che, al momento della diagnosi, oltre la metà dei tumori del cavo orale sono già diffusi nelle sedi vicine.

Complessivamente, la sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi è del 50 per cento e oscilla tra l'80-90 per cento dei pazienti con tumori confinati alla sede di insorgenza e il 19 per cento dei pazienti con tumori metastatici.


Come si cura
I tumori del cavo orale possono essere curati con l’asportazione chirurgica del tumore dei linfonodicircostanti o con la brachiterapia, un tipo particolare di radioterapia.


Qualora l’asportazione sia molto ampia oggi si procede a ricostruzioni sofisticate anche con autotrapianti di pelle, muscolo o di osso. In ogni caso è utile una rieducazione alla fonazione e alla deglutizione coordinata da specialisti logopedisti.

Radioterapia e chemioterapia sono in genere usate come adiuvanti nel post operatorio dei tumori avanzati e meno frequentemente in alternativa alla chirurgia.

martedì 23 novembre 2010

Che cos'è il cancro?

Che cos'è il cancro? A una domanda del genere gli studiosi fanno fatica a dare una risposta precisa e convincente.
E replicano che la domanda è mal posta.
Che non bisogna parlare di cancro, ma di cancri.
La cellula "impazzisce"
In effetti non si può parlare di un'unica malattia chiamata cancro, ma di diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari. Esistono però alcune proprietà che accomunano tutti i tumori, e che consentono di tentare una risposta valida un pò per tutte le forme della malattia. Per usare una metafora, si può dire che ad un certo punto, una cellula dell'organismo “impazzisce” - perde alcune sue proprietà, ne acquisisce altre - e comincia a moltiplicarsi al di fuori di ogni regola.

Metastatizzazione
All'interno di ogni cellula esistono in realtà dei “geni controllori” destinati a impedire che una cellula "sbagliata" possa sopravvivere. Perché il processo tumorale si inneschi bisogna che anche questi “controllori” siano fuori uso. A causa di questo “guasto” nel meccanismo che ne controlla la replicazione, le cellule si dividono quando non dovrebbero e generano un numero enorme di altre cellule con lo stesso difetto di regolazione. Le cellule sane finiscono quindi per essere soppiantate dalle più esuberanti cellule neoplastiche.
Sia le cellule di un tumore benigno che quelle di un tumore maligno tendono a proliferare in maniera abnorme ma, e questa è la differenza fondamentale, solo le cellule di un tumore maligno - in seguito ad ulteriori modificazioni a carico dei geni - tendono a staccarsi, a invadere i tessuti vicini, a migrare dall'organo di appartenenza per andare a colonizzare altre zone dell'organismo. Il tumore benigno rimane dunque limitato all'organo in cui si è sviluppato, mentre il tumore maligno - nel corso di un processo che può avere una lunghezza estremamente variabile e che dura comunque anni - estende la malattia ad altri organi, fino a colpire e compromettere organi vitali quali il polmone, il fegato, il cervello. Questo processo prende il nome di metastatizzazione e le metastasi rappresentano la fase più avanzata della progressione tumorale, costituendo la causa reale dei decessi per cancro.

Le mutazioni genetiche
Sappiamo ormai con buona certezza che il cancro origina da un accumulo di mutazioni, cioè di alterazioni dei geni che regolano la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule, la loro adesione e la loro mobilità. Le mutazioni possono svilupparsi in tempi molto differenti, anche sotto l'influenza di stimoli esterni. Il tumore benigno può essere considerato la prima tappa di queste alterazioni. Tuttavia, molto di frequente, questa tappa viene saltata e si arriva alla malignità senza evidenti segni precursori.
Quali sono, però, le cause della mutazione genetica? Oggi gli scienziati sanno che solo in rari casi le cause necessarie e sufficienti per lo sviluppo del tumore sono già “scritte” all'origine nei geni, cioè sono ereditarie.

Altre cause
Nella stragrande maggioranza dei tumori, invece, le alterazioni dei geni che sono responsabili della malattia sono determinate da cause ambientali. Sono provocate dall'esposizione prolungata ad agenti cancerogeni, di origine chimica, fisica o virale. Tuttavia il fumo di sigaretta, l'amianto, alcune sostanze sviluppate dalla combustione del petrolio o del carbone, l'alcol, una dieta squilibrata, i raggi ultravioletti del sole, le sostanze chimiche a cui possono essere sottoposti i lavoratori in certi processi industriali o in agricoltura, possono sommarsi ad una “fragilità” geneticapredeterminata e arrivare a provocare delle mutazioni che - alle stesse dosi e durate di esposizioni - non si riscontrano in altri individui.

La risposta della scienza
Per affrontare questo tipo di problematica si è sviluppata un'enorme quantità di lavoro di laboratorio per studiare il DNA e le componenti genetiche che condizionano l'aumentata suscettibilità allo sviluppo tumorale.
Ma c'è anche una scienza specifica - l'epidemiologia - il cui obiettivo è identificare le cause dei tumori e i fattori di rischio associati. È attraverso la loro identificazione che è possibile mettere in pratica quella prevenzione che rappresenta uno degli obiettivi più importanti per arrivare alla sconfitta del cancro. O, meglio, dei diversi tipi di cancro.