sabato 15 gennaio 2011

La ricetta contro il tumore al seno: vitamina D e tanto sole

Una dieta ricca di vitamina D accompagnata da alti livelli di luce solare può ridurre il rischio di cancro al seno nelle donne del 43%: a sostenerlo è uno studio realizzato dai ricercatori francesi del Centro per la ricerca in epidemiologia e salute della popolazione secondo cui, ai fini della prevenzione dell'insorgenza del cancro al seno, una dieta ricca di vitamina D, da sola, non basta. A fare la differenza è l'esposizione al sole, già nota per essere il "fissante " della vitamina D di origine alimentare nelle ossa.
Lo studio, pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention, è durato più di 10 anni ed è stato condotto su 67.721 donne tra i 41 e i 72 anni. Al termine dello studio, durante il quale sono stati monitorati l'alimentazione e i livelli di raggi ultravioletti delle città in cui le donne vivevano, sono stati diagnosticati 2.871 tumori al seno.
Ed è emerso che nelle regioni con il più alto livello di raggi ultravioletti quotidiana le donne con maggiori assunzioni di vitamina D correvano un rischio di sviluppare il cancro al seno dal 32 al 43% più basso rispetto a coloro che avevano assunto dosi più basse della vitamina.
Circa il 45% della loro vitamina D, spiegano i ricercatori, proveniva da frutti di mare, il 16% dalle uova, l'11% da prodotti lattiero-caseari, il 10% da oli e margarina: "È difficile dare questo messaggio di sanità pubblica senza pensare al rischio di sviluppo del cancro alla pelle - spiega Pierre Engel, che ha condotto lo studio -. Dobbiamo essere molto cauti, ma pensiamo che un aumento dei livelli di vitamina D da esposizione al sole debba essere incoraggiato"
fonte sole 24 re

Cancro al colon: meno mortale con una passeggiata di 30 minuti al giorno

Un passeggiata di 30 minuti al giorno, purché sia praticata quotidianamente, potrebbe ridurre il rischio di mortalità per cancro al colon. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention dai ricercatori della Washington University School of Medicine (Usa), guidati da Kathleen Y. Wolin chge spiega “le persone ‘attive’ corrono un minor rischio di morte per tumore al colon rispetto a quelle ‘sedentarie’. Pertanto, non è mai troppo tardi per iniziare ad allenarsi, né troppo presto”.Lo studio è stato condotto su oltre 150 mila soggetti di entrambi i sessi, esaminati dagli esperti per un periodo di venti anni – dal 1982 al 2006. Al termine, è emerso che le persone che avevano praticato esercizio fisico per almeno 10 anni - come una passeggiata di 30 minuti al giorno -, mostravano un rischio di mortalità per cancro al colon inferiore rispetto a chi aveva condotto un’esistenza sedentaria. Non solo: una costante attività fisica aveva ridotto anche il pericolo di sviluppare malattie cardiache, diabete e altre forme di tumore.“I risultati dimostrano che l'attività fisica può ridurre il rischio di recidiva e di morte a seguito di una diagnosi di cancro al colon – spiega Wolin - . Anche chi precedentemente non era attivo può dunque iniziare ad allenarsi e constatare dei reali benefici”.

fonte il sole 24 ore